Le recenti dichiarazioni del Procuratore della Repubblica di Palmi, Ottavio Sferlazza, sul ruolo di supplenza che, di fatto, è stato assegnato alla Magistratura e alle Forze dell'Ordine nel campo della lotta al lavoro nero, rilasciate lo scorso 8 gennaio 2020, dopo la carcerazione di numerosi caporali neri e imprenditori italiani che riducevano in schiavitù operai agricoli della zona di Palmi, fa riemergere il fenomeno (che sembra non destare particolare attenzione) della mancanza di difesa istituzionale dei diritti dei cittadini, della loro protezione e salvaguardia imputabile allo stato cui è ridotta la Pubblica Amministrazione.
Afferma l’illustre magistrato: “C'è l'amarezza per il fatto che ancora una volta la magistratura è chiamata a una funzione di supplenza. Abbiamo interrotto un'attività criminale …. ma … dobbiamo registrare l'assenza della politica, quella alta, che dovrebbe risolvere queste condizioni di mancanza di accoglienza e integrazione che favoriscono lo sfruttamento".
Noi sosteniamo, però, che la politica è assente nella misura in cui abbandona la P.A. a sé stessa, impedendole di esercitare il suo ruolo naturale che è la prevenzione. Prevenire gli abusi, contrastare la formazione di centri illegali di potere, assicurare l’esercizio dei diritti, difendere i cittadini, questi ed altri sono i compiti che gli Uffici pubblici debbono affrontare attraverso una presenza operativa sul Territorio, capillare e costante. Ogni successo delle forze dell’ordine e della magistratura, paradossalmente, segna una sconfitta del sistema e dell’Apparato dello Stato che dovrebbe garantire l’ordine. La mancanza di accoglienza e di integrazione sono, senza dubbio, la causa dello sfruttamento, ma accoglienza e integrazione sono compiti amministrativi che potrebbero essere svolti anche in assenza di particolari linee politiche.
Con questo non vogliamo dire che la politica non abbia colpe (ne ha e come!), ma nella misura in cui (come abbiamo detto sopra) disarticola la P.A.
In questo caso, chi non ha funzionato?
Prima di rispondere a questa domanda poniamocene un’altra. Gli arresti di Gioia Tauro hanno stroncato la malattia? Probabilmente NO! Sono innumerevoli i casi precedenti, prevediamo che ce ne saranno di nuovi in futuro.
È evidente che l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, a Gioia Tauro, abbia fallito; è meno evidente che a tale fallimento abbia concorso l’Agenzia delle Entrate la cui competenza è certa laddove opera un imprenditore.
In conclusione, DEMOS ritiene che una saggia e competente politica debba essere
concentrata sul potenziamento della P.A. che deve curare la fisiologia dello Stato,
lasciando la patologia agli Organi deputati alla repressione dei crimini.