“Non attribuiamo i guai di Roma all’eccesso di popolazione. Quando i romani erano solo due, uno uccise l’altro”. Così Giulio Andreotti sintetizzava, da par suo, la ricerca di scuse assurde per coprire inefficienze. Così assistiamo, di questi tempi, ad una nuova strategia mediatica della comunicazione degli Enti della fiscalità, passati da falsi e pompati trionfalismi (che non reggono più) al piagnisteo. Non potendo, infatti, più coprire gli scarsi risultati, messi alla berlina persino dalla Corte dei Conti, si passa alla ricerca di scuse e di colpe sempre degli altri. La finalità è sempre una: operare pressioni, morali e non, su chi dovrebbe prendere decisioni.
Senza nulla togliere all’efficienza e al valore del Personale che opera nel cosiddetto “modello Milano”, coordinato e diretto dal Procuratore della Repubblica di Milano, che ne è “l’ideatore ed il motore” (come si legge su https://www.ilsole24ore.com/art/la-proposta-m5s-procura-nazionaleantievasione-fiscale-tribunali-ACb0VAu del 23/10/2019); senza disconoscere l’importanza dei risultati raggiunti e la perfetta organizzazione che li ha consentiti, purtuttavia ci sentiamo in obbligo di sostenere che ciò non è normale!